Chiesa e Convento Madonna delle Grazie

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Supporto Testuale: La Storia

La Chiesa ed il Convento della Madonna delle Grazie furono voluti e costruiti dal popolo di Arpaia e della Valle Caudina, per il ritrovamento della Sacra Icone della Madonna col Bambino, pregevole opera in oro e cera fusa dipinta su legno, di pretto stile bizantino, di inestimabile valore artistico (oggi al Museo Diocesano di Sant’Agata de’ Goti).


Fu in una mattinata luminosa della primavera del 1464: quelle mattine in cui il sole batte come a cercare e ad illuminare le cose più nascoste.
I ragazzi nello scavare dei fossi per giocare alla guerra videro affiorare da uno di questi il quadro della Vergine col Bambino. Tiratolo fuori fra la più immensa meraviglia ed ammirazione, discesero in paese e lo mostrarono a tutto il popolo accorso, che da quel momento non visse che per la realizzazione di un santuario da erigersi sul posto del ritrova¬mento miracoloso.


In quell’epoca il Francescanesimo s’era diffuso in tutta l’Italia, specialmente per due grandi apostoli, S. Bernardino, e S. Giacomo, degni Figli di S. Fran¬cesco d’Assisi, i quali, secondo la tradizione, vennero ad Arpaia, e realizzarono la Chiesa e il Convento, con le offerte dei Fedeli.


La Chiesa e il convento annesso riflettono nella semplicità austera delle linee architettoniche, nel chiostro col pozzo centrale, i corridoi, e le celle, lo stile dell’Epoca, e lo spirito di umiltà e povertà, note sublimi dell’Ordine del Poverello di Assisi.
Durante la guerra del 15 – 18 il Convento di Arpaia divenne caserma di soldati e fucina di eroi che partivano per il Carso con la benedizione del Superiore dell’epoca, P. Antonio da Contrada, di-venuto soldato tra i soldati.


Nel 1941 il Convento si arricchì di un moderno collegio Serafico, costruito questa volta per volontà di un autentico figlio di Arpaia, Padre Izzo.
Poi vennero gli anni dell’ultima guerra.
Gli eserciti di tutti i colori, e le armi di tutto il mondo attraversarono e perlustrarono in lungo e in largo le strade della Valle Caudina, seminando carestia, morte e terrore.
S. Maria delle Grazie ospitò in detto periodo le Clarisse, sfuggite ai bombardamenti aeronavali di Napoli.


Il Santuario di S. M. delle Grazie però non fu esente da bombardamenti; negli ultimi giorni della guerra molte bombe d’aeroplani caddero a pochi passi dalla chiesa senza fare alcuna vittima. Ne ri-sentirono però le mura, al punto che dovettero essere restaurate dalle fondamenta con un lungo e difficile lavoro da parte di tecnici e di maestranze addestrate.


La dolce catena del Partenio è tutta dedicata alla Madonna: dalla vetta più alta – Montevergine -, e dal Santuario della Madonna della Stella, a questo ginocchio della montagna, che è come una vedetta del Sannio, che veglia sul balcone di uno dei più ampi panorami. del mondo: quello che dalla Valle Caudina si spazia attraverso la vasta pianura della “Campania felix” fino al mare della spiaggia cumana.


Quanta bellezza, quanto bene per l’anima al Santuario di S. Maria delle Grazie.

Textual Support: The History

The church and the convent of the Madonna delle Grazie were wanted and built from the people of Arpaia and of the Caudina Valley, because of the finding of the Sacred Icon of the Virgin with the Child, a valuable work made of gold and melted wax painted on wood, in pure Byzantine style, of inestimable artistic value (today it is located at the Diocesan Museum in S. Agata de’ Goti).

 

It was in a bright morning in the spring of 1464: those mornings when the sun beats down as if to seek and illuminate the most hidden things. The boys, digging ditches to play war, saw emerging from one of them the picture of the Virgin with the Child. Taking it out, among the most immense wonder and admiration, they went down to the village and showed it to all the people who had come, who since that moment lived only for the realization of a sanctuary to be erected on the place of the miraculous discovery.

 

At that age Franciscanism had spread throughout Italy, especially for two great apostles, St. Bernardino and St. James, worthy sons of St Francis of Assisi, who, according to the tradition, came to Arpaia, and realized the Church and the Convent, with the offerings of the faithful.

 

The church and the annexed convent reflect the style of the age, and the spirit of humility and poverty, sublime notes of the Order of St Francis of Assisi, in the stark simplicity of the architectural lines, in the cloister with a central well, the corridors and the cells.

 

During the First World War the Convent of Arpaia became a barracks for soldiers and a forge for heroes, who left to reach the Carso with the blessing of the Superior of the time, Father Antonio da Contrada, who had become soldier among soldiers.

 

In 1941 the Convent was enriched with a modern seraphic college, this time built for the will of an authentic son of Arpaia, Father Izzo. Then, the years of the last war came.

 

Armies of all colors, and weapons from all over the world crossed and scoured far and wide the streets of the Caudina Valley, sowing famine, death, and destruction. S. Maria delle Grazie housed the Poor Clares in that period, who had escaped the air and naval bombardments of Naples.

 

But the sanctuary was not exempt from the bombings: in the last days of war, many airplane bombs fell within walking distance of the convent without making any victims. However, the walls were affected to the point that they had to be restored from the foundations, with a long and hard work by technicians and workers in charge.

 

The sweet chain of Partenio is entirely dedicated to the Virgin: from the highest peak, Montevergine, and the sanctuary of the Madonna della Stella, to this knee of the mountain, which is like a lookout over the Sannio, that watches over the balcony of one of the widest panoramas in the world: the one that goes from the Caudina Valley through the vast plain of Campania Felix, to the sea of the Cumana beach.

 

How much beauty, how much good for the soul to the convent of S. Maria delle Grazie!